Il grande anello sulle creste del Puzzillo-Costone

Ormai una classica per ...quelli di Aria Sottile


L’anfiteatro del Puzzillo: una vasta conca carsica situata nel settore Settentrionale del gruppo del Velino, delimitata a Nord dalla linea di cresta culminante col massiccio omonimo, a Sud dalla dorsale che la separa dai Piani di Pezza e ad Ovest dal maestoso muraglione del Costone che degrada lentamente fino al passo del Morretano. L’escursione che vado a raccontare consente di compiere un lungo giro attraverso le cime sommitali di questo micro-comprensorio, toccando le varie pareti che lo delimitano e ammirando da diverse prospettive i giganti che lo circondano. Alle ore 7,10 io e Giacomo ci troviamo pronti con gli zaini in spalla per partire dal classico punto di attacco, il Valico della Chiesola, armati di forza e determinazione a compiere l’impegnativo anello. L’intenzione è di ripetere lo stesso percorso effettuato da Luca qualche tempo fà. Il sentiero ha inizio proprio accanto alla strada statale 696 in corrispondenza del valico, entra subito nel bosco e, sempre ben segnato e facilmente intuibile, inizia a salire gradualmente. Dopo appena 500 m si esce dalla faggeta e sempre con salita lieve e costante si guadagna quota percorrendo la lunga dorsale culminante con varie cime in successione e leggeri saliscendi: il monte Fratta (1858 m), monte Cornacchia (2010 m), Anticima Nord del Monte Puzzillo (2128 m). Alla nostra sinistra si apre lo scenario sulla piana di Campo Felice, mentre a destra ammiriamo dapprima la valle Longa delimitata dal monte Torricella, e poi, oltre il passo del Morretano, scorgiamo la piana verdeggiante del Puzzillo. Più indietro notiamo i colossi del comprensorio: il Morrone, il Murolungo, il Costone e l’immensa mole del Velino. Forse perché distratti da tanto spettacolo, neanche ci accorgiamo di essere giunti sulla croce di vetta del monte Puzzillo (2174 m). Da qui la vista assume una prospettiva particolare: possiamo osservare tutta la piana e le vette che ne costituiscono il perimetro. Giacomo mi indica il percorso da seguire: scendere dritto per dritto nella piana, percorrerla in direzione Sud, puntare la Cimata di Pezza che si trova proprio opposta alla nostra posizione, puntare verso il Costone passando prima per la Cimata Puzzillo e poi per il rifugio Sebastiani, proseguire in direzione Nord fino ad intercettare la linea del monte Torricella. Confesso che qualche dubbio sulla riuscita dell’impresa mi ha sfiorato: quei giganti sembravano proprio irraggiungibili, lontani, inarrivabili.L’unica cosa da fare in questi casi è una sola: iniziare a camminare. E così siamo iniziati ad andare giù per il crinale del Puzzillo, dapprima su pratoni digradanti, poi su canali non proprio accessibili, e quindi su brecciai. Giunti al pianoro della valle (1850 m) incontriamo un gruppo di arditi montanari ristoratori dediti alla raccolta degli orapi: ci deliziano con sommarie descrizioni delle prelibatezze locali che andranno a preparare utilizzando quella materia prima, facendo crescere alquanto il nostro livello di salivazione. Li lasciamo nel loro intento, ben sapendo che il nostro pranzo non sarà allo stesso livello… Arrivati alla base della Cimata di Pezza, decidiamo di raggiungere la vetta evitando alcuni balzi di roccia: si decide così di aggirare l’ostacolo deviando leggermente verso Est, risalendo un breve e facile brecciaio e guadagnando la linea di cresta da cui facilmente raggiungiamo la vetta (2132 m). Da quassù si apre un ottimo panorama verso Sud, con il Velino che spicca sulle restanti vette. Percorriamo la cresta in direzione Ovest passando per la Cimata Puzzillo (2140 m) e poi scendendo verso il Colletto di Pezza – rifugio Sebastiani dove facciamo una breve sosta. Da qui inizia la salita alla vetta più alta della giornata: il Costone. Dapprima si segue il sentiero che si dirige verso Sud poi lo si abbandona e tramite un lungo traverso si arriva alla linea di cresta da cui agevolmente si arriva in vetta (2271 m). Lo scenario a 360° che possiamo osservare da questo avamposto situato sul baricentro del Velino è spettacolare. Da qui si riescono a vedere tutte le vette dei massicci dell’Italia centrale, dai Sibillini alla Maiella. Inoltre si può apprezzare da vicino il muraglione situato sotto l’anticima Ovest, frutto del lavoro millenario effettuato dai ghiacci. Percorrendo la cresta proprio sopra al muro si raggiunge l’anticima occidentale (2239 m) e da qui, intuendo un percorso obbligato per evitare salti troppo pericolosi, si discende dalla dorsale che conduce verso la sella della Solagna e poi si devia a destra per raggiungere le cime del Campitello (2131 m) e del Morretano (2098 m). Ormai l’anello è chiuso, la valle del Puzzillo è stata percorsa per tutto il suo perimetro ed ogni suo contrafforte è stato attraversato. Proprio ora mi rendo conto che, in fondo, la strada non è stata lunghissima, anzi, benchè ci resti ancora da raggiungere la cima della Torricella, avverto un po’ di dispiacere perché il nostro giro sta volgendo al termine. I timori sulla mancata riuscita sono solo un flebile ricordo. Ora quei giganti che prima ci apparivano insormontabili, ora che li abbiamo passati uno ad uno ci sembrano essere più piccoli, alla nostra portata. Preso da questi pensieri, mi accingo a deviare verso Ovest in direzione della vetta; una tranquilla camminata in un’ampia cresta in leggera pendenza ci conduce all’ultimo over 2000 della giornata, la cima della Torricella (2071 m). In lontananza si iniziano a vedere nuvole minacciose e già si avverte il fragore dei tuoni. A questo punto occorre solo decidere come tornare alla base di partenza: secondo la traccia che avevamo bisognava scendere nella valle Longa e percorrerla fino in fondo dove avremmo incrociato la strada statale e quindi avremmo concluso l’escursione percorrendo un tratto di asfalto. Individuiamo invece nel fondo valle un tratto di bosco diradato da cui sembra agevole intercettare la cresta del monte Cornacchia proprio in prossimità della sella tra questo e il monte Fratta. Effettivamente questa variante ci consente di evitare il tratto asfaltato, anche se è necessario salire di un altro centinaio di metri dal fondo valle alla sella. Arrivati al monte Fratta, mi volto indietro per un ultimo sguardo alle cime che abbiamo appena oltrepassato: nuvoloni neri avvolgono ora il Costone, anzi, sembra che lassù stia già iniziando a piovere. Una rapida cavalcata fino alle auto ci consente di evitare una bella doccia ma poco sarebbe importato: la soddisfazione di aver portato a termine questo grande giro è stata immensa. Dati riepilogativi: 20 km, 1550 m di dislivello, tempo di percorrenza 8h e 40 minuti, quota massima: 2271 m.